"Oltre il confine e altri racconti", Dadò editore 2010

25.01.2022

"Oltre il confine" è la seconda prova narrativa di Mottis, che - dopo essersi cimentato coi racconti surreali ("Il boia e l'arcobaleno", Ulivo, 2006) -, affronta qui temi realistici che attraversano frontiere geografiche, psicologiche e metafisiche, intese in senso lato. L'opera, che raccoglie racconti di breve e media lunghezza, porta la prefazione del prof. Guido Pedrojetta (Friburgo), il quale identifica nella scrittura del giovane moesano "un'ardente vitalità". Nei suoi racconti - si legge - Mottis "tocca con mano vigile e decisa le zone estreme degli ambiti di contenuto entro cui si sviluppano le quattordici trame, tutte tematicamente allineate sul titolo generale della raccolta: [...] "confini" politici o geografici [...] ma anche, e forse soprattutto, frontiere metafisiche connesse alla violenza latamente intesa, alle pulsioni e alle passioni incontrollate, agli amori travolgenti, alla vita interiore nel suo vario e stratificato complesso."
Il percorso narrativo di "Oltre il confine" si apre sugli scenari montani e alpini familiari all'autore, alla Mesolcina, al passo del San Iorio che immette nella vicina Val Chiavenna. Infatti, il racconto di apertura, Theodor - che prende spunto da un personaggio realmente esistito in valle durante gli anni del Dopoguerra - ripercorre tappe di contrabbando di merci, tra personaggi umili e guardie di confine più o meno zelanti. Il tema, ripreso da Mottis in più occasioni (Tempelhof, le ali della libertà; Lettera della speranza; Letture da partigiano), è storico-realistico, ripercorre cioè percorsi che denunciano l'assurdità di ogni conflitto, a cui consegue la fuga dalla propria terra, il desiderio di salvezza e di pace, oltre l'ingiustizia e l'oppressione. Le narrazioni attraversano così mete geografiche e politiche vicine e lontane (Svizzera, Italia, Germania, Bulgaria, Sudamerica e Sudafrica), ma si sviluppano poi in percorsi interiori variegati e complessi, allineati sul tema dell'Eros-Thanatos, dell'amore-morte, della passione che sfocia in delitto, della persecuzione che cede al castigo (in Condominio numero 3; Lettera dal carcere; Un estraneo alla finestra; Misteri d'una notte; Tempeste tropicali).
Ma è soprattutto nella trama che dà il titolo alla raccolta, Oltre il confine, che Mottis espone il suo viaggio programmatico. Scrive ancora Pedrojetta, nella prefazione: "Il racconto [...] aggiunge al mosaico una tessera di colpevolizzante attualità: appoggiato a un episodio di cronaca recente, esso restituisce i detti e i fatti di una guida montana decisa a soccorrere una madre slava e i suoi figli, che si sono avventurati sulle montagne dell'Italia settentrionale; lo scopo degli erranti sarebbe di entrare clandestinamente in Svizzera, per chiedere asilo politico, mentre per l'uomo-salvatore si tratta innanzitutto di riscattare moralmente un senso di colpa che continua a pungergli dentro. Egli vanta infatti un passato ricco di vittorie sulla montagna, ma gravemente macchiato da una tragica ascensione finita con la morte del compagno di cordata. Soccorrere la famiglia dispersa diventa una sfida irrinunciabile."
La raccolta di quattordici racconti si chiude infine con due narrazioni che affrontano, ma non risolvono, quesiti e angosce interiori (La doppia vita di Lulù;Le stelle brillano anche in Sudafrica): una figlia adolescente trascurata che sfugge alla realtà, immergendosi in trame ed eroine del cinema; una madre che accorre in capo al mondo (Città del Capo) dopo il ritrovamento della figlia rapita due decenni prima, e ora salva.
Parafrasando ancora il prefatore, le trame raccolte sono prove di scrittura in cui Mottis fa ricorso a rappresentazioni anche "audaci e trasgressive", per immergersi nel mondo difficile delle pulsioni profonde, e nella massa del desiderio amoroso, un vero e proprio "scandaglio dell'oltranza, a tutto campo, come luogo di verifica e di riflessione sui destini dell'uomo." Una prova narrativa, dunque, matura e intensa, agevolata anche da una scrittura scorrevole e controllata, di registro a volte erudito, a volte concretamente dialogato, che saprà affascinare - grazie al piglio ben calibrato - anche i lettori più esigenti.

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