Le streghe? Donne scomode e diverse. Di Carlo Silvano.
"Secondo le statistiche afferma il prof. Mottis
- il 95% delle donne (e degli uomini) accusate di stregoneria era
innocente. Si tratta dunque di una vera e propria barbarie, frutto di
un'isteria collettiva che ha causato una catena di morti ingiuste
(stimate in diverse centinaia di migliaia di vittime in Europa), di cui
nessuno oggi si è ancora assunto la colpa. Di fatto, streghe e stregoni
erano persone umili, spesso sole o diverse, che svolgevano attività
sociali travisate dalla Chiesa o dai Giudici, che non erano tollerate
dal potere vigente. Erano raccoglitrici, guaritrici, levatrici,
educatrici, che spesso compivano dei riti di origine pagana nei boschi o
nelle radure - o comunque in zone appartate - per invocare Diana, la
dea dell'abbondanza, della fecondità, dei buoni raccolti ecc.
Riti normalissimi durante tutta l'Antichità che, con l'avvento del Cristianesimo prima, e del Protestantesimo poi, sono invece stati interpretati come cerimonie di venerazione del Diavolo e, di conseguenza, violentemente combattuti. Da un lato, dunque, si può affermare che la "caccia" alle streghe fungesse da "capro espiatorio" per dare una risposta ai mali che affliggevano le società dell'epoca (carestie, malattie o morti improvvise di bestie o persone, frane, valanghe, incendi, devastazioni naturali ecc.), di cui non si conoscevano le cause; dall'altro, invece, era un metodo ragionato di potere e di controllo col "terrore" sulle masse della povera gente, analfabeta e miserrima, o per combattere (processando, torturando, giustiziando) gli avversari politici di un certo rango (soprattutto nelle città)".
Il prof. Gerry Mottis (1975), autori di diversi libri, vive a Rivera ed è docente di lingua italiana e storia. Qui di seguito viene proposta una sua intervista sul romanzo storico "Terra bruciata".
(Novembre 2019)