"Terra bruciata. Le streghe, il boia e il diavolo", GCE 2017
"Terra bruciata. Le streghe, il boia e il diavolo" è il titolo dell'ultimo romanzo storico di Gerry Mottis, edito da Gabriele Capelli Editore (Mendrisio), ambientato in Mesolcina nel periodo buio della persecuzione alle streghe d'inizio 1600.
Classe 1975, di Lostallo, residente in Ticino, laureato all'Università di Friburgo in Letteratura Italiana, l'autore può vantare già sette libri pubblicati tra poesia, racconti e il romanzo edito da Dadò Editore, "Fratelli neri. La storia dei primi internati africani nella Svizzera italiana" (2015).
Con questa nuova opera narrativa (di ben 450 pagine), Mottis presenta in modo corale una Valle antica alle prese con il disordine morale, la violenza, le superstizioni, il sospetto.
Il lettore si trova da subito coinvolto nella trama: Roveredo, 1613. Tre giorni dopo aver impiccato un ladro in Valle Calanca, il boia locale viene misteriosamente ritrovato morto. Privo del suo Ministro di Giustizia, il Comungrande di Mesolcina cade preda di briganti, usurai, assassini, streghe e stregoni, che portano scompiglio nella regione. Le Autorità Giudiziarie assoldano così un nuovo carnefice, proveniente dalle terre confinanti con le Tre Leghe per riportare l'ordine. Il nuovo boia, personaggio impenetrabile e macabro ma denso di fascino, vivrà ai margini di una società che faticherà ad accoglierlo. Soltanto l'incontro a Roveredo con una meretrice - dal passato turbolento ma guaritrice esperta - farà sperimentare sentimenti nuovi al Ministro. Il suo spirito subirà una progressiva crisi di coscienza, che lo spingerà a rivedere l'utilità della propria funzione sociale e l'equità delle sentenze del Tribunale di Valle, soprattutto nei confronti di streghe e stregoni ritenuti colpevoli di crimini assurdi, basati su semplici voci e dicerie.
Con Terra bruciata Mottis propone così un romanzo dal profumo storico a cavallo tra realtà documentata e finzione, dai ritmi spesso incalzanti, altre volte introspettivi e commoventi. La vicenda ruota attorno a quattro processi che si svolsero realmente tra il 1613 e il 1615 e i cui verbali - conservati negli Archivi di Circolo - sono stati trascritti fedelmente nell'italiano di oggi.
Il loro esame ha riportato alla luce nomi reali, personaggi storici, tradizioni popolari, presunti malefici, delitti efferati, torture atroci, assurde superstizioni e palesi ingiustizie del nostro passato, che hanno contrassegnato le nostre valli alpine (come la Mesolcina e la Calanca, la Val Poschiavo e la Bregaglia, la Val di Blenio e la Leventina ecc.), e tutta l'Europa.