Anglicismi sì, anglicismi no...
Anglicismi sì, ancglicismi no… È necessaria una precisazione in merito al mio personale rapporto con gli anglicismi. Molti credono - a torto - che io sia un censore e un intransigente nei confronti dei termini inglesi entrati in italiano, che desideri una lingua pura come in certi periodi bui della storia. Nulla di più sbagliato!
Chi mi conosce sa che ne uso anch'io quotidianamente, poiché essi fanno parte della lingua italiana. Dire computer, sport, bar, internet o weekend è di uso comune, è ormai normale.
Mi infastidiscono, al contrario, quelle voci od espressioni inutili, che trovano un facile e più chiaro equivalente in italiano, che cioè non portano nulla alla ricchezza della nostra lingua…
Usare mission, governance, masterplan, delivery o open day, a me suona falsamente intellettuale, un riempirsi la bocca di paroloni (spesso di cui non si conosce bene il significato autentico) per segnare uno scarto di (falsa e supponente) superiorità.
Riassumendo: sì agli anglicismi utili; no a quelli inutili ed equivoci. Voilà, adesso l'ho scritto.